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Il Vincolo Dei Bollini Siae


Dance

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Potrei sembrare una pera caduta dall'albero, ma quello che ho saputo qualche giorno fa mi porta a considerare la S.i.a.e. un'associazione faziosa che non favorisce la libertà musicale, nè tantomeno internet.

 

In pratica non pensavo che tutto ciò che suoni in qualsiasi luogo pubblico, se non ha il bollino S.i.a.e, non può essere riprodotto: la musica scaricata da beatport, ad esempio, non può essere suonata da nessuna parte, e nemmeno i dischi importati che non hanno distribuzione in Italia; nè tantomeno i brani autoprodotti. Stessa cosa vale per i promo o i mesh up (che in alcune disco si sentono).

Non è ben chiaro se si può suonare musica senza bollino nel caso in cui chi la suona non percepisce alcun compenso (per esempio fa dimostrazione con brani autoprodotti), ma questo limite lo considero pesantissimo.

 

Voi che ne pensate?

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In pratica non pensavo che tutto ciò che suoni in qualsiasi luogo pubblico, se non ha il bollino S.i.a.e, non può essere riprodotto: la musica scaricata da beatport, ad esempio, non può essere suonata da nessuna parte, e nemmeno i dischi importati che non hanno distribuzione in Italia; nè tantomeno i brani autoprodotti. Stessa cosa vale per i promo o i mesh up (che in alcune disco si sentono).

 

Sì, tutto vero...

 

Non è ben chiaro se si può suonare musica senza bollino nel caso in cui chi la suona non percepisce alcun compenso (per esempio fa dimostrazione con brani autoprodotti), ma questo limite lo considero pesantissimo.

 

In questo caso, la cosa da fare è registrare i propri brani alla Siae stessa. Tra l altro, è una cosa comunque da fare sia nel caso di stampa o semplicemente per evitare plagi.

 

:ciao:

 

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La cosa più assurda, per i tempi che corrono, è non poter suonare chicche Progressive, minimal, trance che hanno un tiro micidiale e sono perfettamente in linea con il sound di tendenza solo perchè in Italia le case discografiche non li vogliono e continuano con questa autarchia...

 

 

Aggiungo che per l'ignoranza musicale che c'è in Italia, una misura così idiota, in fondo, ce la meritiamo.

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Beh, veramente le robe minimal col tiro sono tante da noi... i nuovi nomi stanno venendo fuori così (vedi Lucio Aquilina, Joseph Capriati, Alessio Mereu, Massi Dl, Romano Alfieri, Matteo Spedicati...)

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Beh non direi visto che ormai l'80% di dance non viene nemmeno più stampata ma solo distribuita in rete...

E poi sti brani già costano 1, 2, 3 Euro, se dobbiamo pure andare chissàdove a comprarci il vinile o il cds conviene venderlo il pc.

 

Chiaramente l'mp3 scaricato dall'equino è sempre illegale (perchè nel momento in cui tu lo scarichi, anche se hai in casa il cds, lo stai già condividendo), ma anche qui ci sarebbe un mare di argomentazioni a favore e sfavore di esso.

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  • 1 month later...

 

Il blog dell'avvocato Daniele Minotti è sempre una fonte primaria per chi vuol seguire con precisione le vicende dei diritti informatici e legati alla musica ed al mercato digitale. Proprio oggi vi si può trovare la notizia di una sentenza della Corte di Cassazione che sicuramente non passerà inosservata.

Si parla ancora una volta di bollino Siae. Per chi segue un pò queste vicende tutto è nato dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea sul caso Schwibbert che aveva dichiarato che l'assenza del bollino Siae non poteva essere contestata ai privati, perché lo stato italiano non aveva da anni ottemperato a tutte le pratiche per far inserire il bollino tra le cosidette "regole tecniche".

In questi mesi la Siae aveva cercato di dimostrare che, nonostante questa sentenza, il bollino rimaneva comunque valido, affermando anche sul suo sito circa due mesi fa che comunque le pratiche di presentazione del bollino come regola tecnica presso la Commissione Europea erano già state avviate e che quindi non cambiava niente, se non altro come sistema indiziario per il riconoscimento di un comportamento illecito.

 

Una sentenza della Corte di Cassazione del 6 marzo con motivazioni depositate il 29 maggio raccontano una realtà molto diversa e per certi sorprendente che mette in serio pericolo tutte le argomentazioni da sempre portate a favore del famigerato contrassegno.

 

Il primo luogo la sentenza tende a ribadire a la supremazia della Corte di Giustizia Europea sulla legislazione nazionale e tutte i tribunali devono adeguarsi a queste decisioni:

"è appena il caso di rilevare come il giudice nazionale deve attenersi alla conclusione vincolante resa dalla Corte di Giustizia, in quanto, ai sensi dell’art. 164 del Trattato CEE, l’interpretazione del diritto comunitario da parte della Corte ha efficacia vincolante per tutte le autorità (giurisdizionali o amministra­tive) degli Stati membri, anche ultra partes. Una sentenza della corte interpreta­tiva di una norma comunitaria, infatti, si incorpora nella stessa e ne integra il precetto con immediata efficacia."

Questo vuol dire che dal giorno della sentenza Schwibbert il bollino Siae non è (e non lo è ancora) più strumento per poter perseguire i privati ed i tribunali italiani e le autorità amministrative che lo hanno ignorato in questo periodo hanno tutti sbagliato.

 

I giudici hanno poi voluto chiarire che finché le pratiche di presentazione presso la Commissione Europea del bollino come regola tecnica non saranno completamente terminate, è impossibile che possa essere utilizzato in giudizio in alcun modo:

"....tale comportamento, quindi, alla stregua delle norme applicabili, va qualificato come lecito perché non previsto dalla legge come reato, almeno fino a quando non si sarà completata la procedura obbligatoriamente prescritta dalle direttive comunitarie perché le norme acquistino applicabilità nei confronti dei privati, con la comu­nicazione della regola tecnica sul contrassegno alla Commissione europea affin­ché questa possa compiere la sua valutazione sulla conformità con l'ordinamento comunitario."

 

Ma anche sulla presunzione di colpevolezza per assenza del bollino la Suprema Corte ha voluto dire la sua in modo molto (sin troppo) chiaro:

"Non può invece condividersi la tesi, prospettata nella medesima e in altre decisioni in pari data, secondo cui la mancanza del contrassegno potrebbe sem­mai essere valutata come mero indizio della illecita duplicazione o riproduzione, né tanto meno la tesi (sostenuta dalla sentenza della Sez. III, 12.2.2008, n. 13836, El Assi) secondo cui «se trattasi di opera sulla quale l’apposizione è ob­bligatoria, la mancanza assume particolare valenza indiziaria in ordine all’illecita provenienza del supporto e, valutata unitamente alle altre circostanze del caso concreto, può giustificare l’affermazione di responsabilità».

E difatti, come chiaramente traspare da questa motivazione, attribuire alla mancanza di contrassegno Siae il valore anche di mero indizio di una attività illecita altro non significa, in sostanza, che continuare a ritenere che l’apposizione del contrassegno fosse appunto obbligatoria e che quindi il non aver rispettato tale obbligo significhi indizio di un comportamento illecito."

Anche qui si nota che in questa situazione transitoria ai fini di un giudizio La Corta di Cassazione nega che il bollino possa ricoprire il ruolo di indizio in casi di mancanza dello stesso sul supporto.

 

Le conclusioni sono scontate, non più assolto perché il fatto non sussiste, ma assolto perché il fatto non costituisce reato.

Va ricordato che le sentenze della Corte di Cassazione fanno giurisprudenza, quindi i tribunali dovranno attenersi a quanto stabilito dalla Suprema Corte nelle prossime sentenze.

 

Certo, siamo ancora ad uno dei tanti round nella battaglia del bollino e quindi ci sarà da vedere cosa succederà nella procedura di presentazione del bollino Siae come regola tecnica presso la Commisione Europea, ma una sentenza del genere sembra chiarire che in questo momento l'assenza del bollino non può essere utilizzata per elevare multe o procedere giudizialmente in altro modo (la sentenza parla espressamente di attività giudiziaria o anche solo amministrativa).

Se non è una rivoluzione, sicuramente è un colpo durissimo nei confronti dell'ormai famoso contrassegno.

Questo nel totale silenzio dei mezzi d'informazione......

 

http://www.penale.it/page.asp?mode=1&IDPag=631

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