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Trance Evolution Cambia Orario...


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...e va "in prima serata" :D

forse a molti di voi non fregherà un pisellino, alcuni (so già chi) diranno la solita aria fritta di commercialità o meno, ma fatto sta che l'unico pogramma "only-trance" (anche se a volte penosetto) in Italia ad oggi via etere passa dal vecchio orario (0:00 - 4:00) ad uno nuovo e sicuramente più accesibile (20:00 - 23:00) al pueblo :D

 

allora anche se spesso la qualià lascia a desiderare, questo di m2o resta sempre un esperimento unico e difficile, e a mio avviso va apprezzato!

poi ognuno fa quel che gli pare, io lo ascolterò comunque :D

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Questa è una cosa molto positiva...  :angel:

 

...ma perchè la qualità di Trance Evolution alle volte lascierebbe desiderare?

beh perchè molto spesso fanno leva solo sui successi del settore a cui aggiungono produzioni nostrane, di produttori o di labels...

penso che bisognerebbe anche spingere autori poco noti e fare più pubblicità alle nostre produzioni...fare una scopiazzata dell'ASOT serve a poco :ka::ka:

 

ma io intendevo non qualità dei pezzi, intendevo la struttura del programma...

ma 100 volte meglio Trance Evolution che 0db, che come programma è strutturato proprio da cesso :ka:

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Trance Evolution è un bellissimo programma. Vera trance finalmente promossa in prima serata :ok:

concordo :ok:

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Non credo...e ti spiego anche il perchè...l'ho estrapolato da un brano trovato in rete...ecco la versione integrale (D4ny scusa l'OT,ma ci facciamo quattro risate :D):

 

Se il termine “sindrome” significa “insieme di tratti”, allora la povertà è una sindrome, perlopiù ereditaria e decisamente contagiosa.

Il povero è quello che vive alla periferia delle cose, quello che ha sempre visto tutto da lontano. Qualsiasi fenomeno per lui, è distante.

E’ quello che davanti a cose un po’ più complesse del solito, si annoia.

Il povero è quello che non ha idee sue, che riesce a fare sua qualsiasi cosa (una macchina, una casa, dei mobili, una teoria...) senza però digerirla.

Il povero è uno che non conosce il disincanto. E’ uno che si entusiasma anche davanti a cose assolutamente ovvie e banali, a prodotti fatti male, costruiti da altri poveri.

Il povero è un provinciale, uno che ragiona in modo troppo schematico, vede tutti come burattini, e lui stesso è un pupazzetto.

Il povero è abituato a vedere le cose sui libri, talmente distanti da lui sia fisicamente, sia temporalmente, che non prende sul serio nulla di contemporaneo per paura di “sbagliare”.

Il povero è un individuo che la società ha voluto rimanesse bambino, e distante da certe cose.

La società non è in sé così cattiva, è assolutamente impersonale. E’ perlopiù il povero che spesso (per infiniti motivi) si esclude dagli eventi.

Il povero è quello che non si preoccupa di capire e disprezza, o altrimenti si astiene dal giudizio perché ha paura di apparire stupido, covando però dentro di sé un risentimento verso ciò che non comprende.

Il povero è quello che non capisce che è più creativo il non fare nulla piuttosto che fare qualcosa a tutti i costi, di cui ovviamente non c’era bisogno.

Il povero è quello che in qualche modo può farti del male perchè non ti capisce. Non sempre però è in malafede.

Il povero è uno che non frequenta, ma purtroppo non sempre è sufficiente frequentare.

Il povero è quello che risparmia sul cibo.

Il povero potrebbe essere anche quello che ha la Panda. Ma non è povero perchè ha la Panda.

E’ povero perchè non sa chi l’ha disegnata.

Il povero in generale è quello che crede al plusvalore delle nozioni perchè non può permettersi quello delle merci, e viceversa.

 

Dubito che Marx conoscesse la Panda e (piccolo flame) dubito anche che sapesse scrivere delle cose intelligenti.

Non che queste riportare qui sopra siano particolarmente intelligenti...ma almeno sono applicabili alla realtà.

 

Edit: scopro dopo una breve ricerca che il brano sopra riportato è tratto da un libro intitolato Il Deboscio,edito da Modnadori,che contiene frasi fatte divise per argomenti ....per maggiori info a riguardo andate qui.

 

Quasi quasi mi sa che me lo procuro....:ok:

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beh io non ho riso affatto, anzi è una concezione di povertà molto applicabile alla realtà...

nè povertà economica, nè culturale...ma povertà di animo e di avventura, povertà di voler scoprire, insomma un vegetale emotivamente, ma non per sua volontà, ma perchè invischiato in tante circostanze!

 

eh mi sa che sto libro dovrò leggerlo! :-)

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ma povertà di animo e di avventura, povertà di voler scoprire, insomma un vegetale emotivamente, ma non per sua volontà, ma perchè invischiato in tante circostanze!

Ecco,la vera povertà.

 

A questo proposito volevo fare anche una piccola e personalissima precisazione: molto,troppo spesso si tende a trascurare il risultato delle cose, giustificandolo sempre con un 'non è colpa sua', 'sono le circostanze',ecc.

 

Purtroppo,alla fine dei conti,quello che davvero è importante è il risultato finito.

 

Perchè dico questo...perchè sono una persona cuoriosa di natura,e ne conosco tante di persone che sono perfettamente compatibili conquanto scritto sul libro....non per colpa loro,come giustamente dicevi tu,Enzo.

 

Non li si può certo biasimare,insomma.

Come non si può certo biasimare me,che li schifo.

 

:ciao:

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