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AndyB

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  • 2 weeks later...

L'aggressione davanti alla scuola media Lombardi. La vittima: "Mi hanno detto

di venire fuori, che mi dovevano uccidere". Poi la denuncia ai carabinieri

 

Bari, genitori picchiano preside

Aveva vietato i cellulari in classe

 

Il ministro Fioroni: "E'un problema del Paese, non solo della scuola. Viviamo una vera emergenza del vivere civile e riguarda tutti: scuola, genitori, famiglie, mass media"

 

 

 

BARI - Il preside della scuola media Lombardi di Bari è stato aggredito questa mattina da alcuni genitori. L'uomo, Ugo Castorina, era già stato insultato alcuni giorni fa, per imposto ai ragazzi di lasciare i cellulari prima di entrare in classe.

 

"Tu devi venire fuori, io ti devo uccidere". Queste le parole pronunciate dai genitori contro il preside, secondo quanto ha raccontato lui stesso. "In due si sono introdotti nella scuola - ha detto, uscendo dalla caserma dei carabinieri dove ha sporto denuncia - mentre entravano i ragazzini. Io normalmente mi metto in fondo al corridoio della scuola in modo da avere la visione generale della situazione. Ho chiesto a queste due persone che cosa volessero, perchè per loro non era il momento di entrare, ma loro pretendevano che li ascoltassi immediatamente. Gli ho detto: guardate, non si può e non si deve in questo momento, abbiate pazienza, attendetemi nella hall di ingresso e poi ne parliamo. Invece loro hanno reagito prima verbalmente e poi anche con i fatti, con qualche tentativo di calci e pugni. C'è stata una piccola colluttazione e poi sono intervenuti in aiuto alcuni insegnanti ed il personale della scuola".

 

"Non li conoscevo - ha proseguito il preside - sono persone che non si sono mai fatte vedere nella scuola. Non so cosa volessero dirmi. Sono scappati quando hanno capito che stavano arrivando i carabinieri ma l'ultima cosa che ha detto uno di loro è stata:"Io ti devo uccidere".

 

"In Italia - dice il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni commentando quanto accaduto a Bari - c'è una vera emergenza del vivere civile e del rispetto delle regole che riguarda tutti: scuola, genitori, famiglie, mass media. E' un fenomeno di fronte al quale ciascuno deve assumersi la propria parte di responsabilità perché si tratta di un problema del Paese, certo non solo della scuola. Educare significa non solo dare competenze ma formare uomini. E questi cittadini - ha sottolineato il ministro - dobbiamo formarli tutti insieme: l'insegnamento del rispetto della legalità deve iniziare dando l'esempio, a cominciare da quello dei genitori". L'aggressione avvenuta oggi, conclude il ministro, è "intollerabile" soprattutto perchè ha come protagonisti dei genitori, che dovrebbero essere "il primo livello educativo" nella società. E non è la prima volta che accade.

 

:lol:

 

E vi assicuro che a Bari di persone cosi' (o anche peggio !!) ce ne sono a flotte !! :(

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  • 3 months later...

... non so che dire... però dai non l'ha presa male :quipy:

 

 

 

 

Invece qualcuno di voi ha sentito del sabotaggio informatico in repubblica ceca di 2 giorni fa? qualcuno è riuscito a inserire, nel corso di un normale programma che stava riprendendo un paesaggio, una simulazione di un esplosione atomica!

 

In pratica chi stava vedendo la tv ha visto sullo sfondo un esplosione, poi s'è fatto tutto bianco per un attimo e infine han visto la tipica forma a fungo alzarsi dal luogo dell'esplosione...

 

Immagino come si devono esser presi male quelli che stavan guardando!

 

...fortuna che non era vero, ma solo frutto di un sabotaggio informatico o qualcosa del genere...

non so se fare i complimenti o meno agli autori di questo scherzone...

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  • 3 weeks later...

Chiamano polizia per puzza di piedi

 

Germania,vicini pensavano a cadavere

 

 

I suoi piedi puzzavano talmente tanto che i vicini hanno chiamato la polizia, pensando che in casa ci fosse un cadavere. E' successo in Germania in un condominio di Kaiserslautern. Gli inquilini si erano insospettiti oltre che dal fetore incredibile anche dalle finestre chiuse da tempo e dalla cassetta della posta piena di lettere. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il padrone di casa che dormiva profondamente.

 

E' stato così che la polizia ha risolto il caso della puzza nauseabonda: calze e indumenti di biancheria intima sporchi e ammassati in un angolo dell'abitazione. Sul rapporto depositato in centrale, gli agenti hanno scritto che il falso allarme è stato causato dall'insopportabile puzza dei piedi dell'inquilino.

 

:rotfl:

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In Sicilia manca l acqua e la Regione cosa fa ?

 

Sigla un accordo con la Nestlè per la produzione di acqua imbottigliata da una sorgente a Agrigento.

 

Parafrasando uno storico slogan del McDonalds:

 

Succede solo in ItaGliaaaaa ! :(

 

 

 

Da Repubblica.it

 

L'acqua ad Agrigento, un affare Nestlè

 

MIRACOLO ad Agrigento, la città senz'acqua. L'acqua invece c'è. Ed è, manco a dirlo, buonissima. Le vene del sottosuolo, pochi chilometri dal centro abitato, sono gonfie: "Caratteristiche perfette, una oligominerale adatta al consumo di tutta la famiglia". Bellissimo, no? "Acqua gustosa, dissetante, gradevole, con un equilibrato contenuto di sali minerali", è stato comunicato, documentato e infine certificato.

 

La Regione Siciliana, tirando un sospiro di sollievo, ha finalmente deciso di dare il via alla migliore captazione di questo tesoro. Ha dunque concesso alla Nestlè, la multinazionale che controlla il gruppo San Pellegrino, che a sua volta ha appena acquistato il marchio della Platani Rossini srl, il permesso di raggiungere nell'arco di un quinquennio la produzione di 250 milioni di litri: dagli attuali 16.500 pezzi l'ora agli oltre 46 mila pezzi previsti e pianificati. Acqua per tutti, dunque.

 

L'amministratore delegato della San Pellegrino Marco Settembri è entusiasta: "E' buona come la nostra Nestlè Vera, tra le più bevute (sgorga da una fonte veneta). Il nostro obiettivo è sostituire questo brand conquistando con il nuovo marchio oltre il 50 per cento dei consumi dell'isola".

 

A pagamento, ma finalmente un'acqua tutta siciliana, veramente. "Vera Santa Rosalia" la nuova etichetta. Pochi euro a cassetta, trentatrè centesimi a bottiglia, e Santa Rosalia entrerà nelle case di Agrigento: leggera, abbiamo già detto gustosa, lievemente gassata. Buona per piccoli e per grandi.

 

Che le cose vadano per il meglio è desumibile da una seconda obiettiva considerazione: adesso gli agrigentini possono vedere scorrere l'acqua dai loro rubinetti anche per qualche ora ogni due giorni. Se va male ogni otto giorni: performance eccezionali a fronte di ciò che capitava appena qualche anno fa (quattro ore d'acqua ogni diciotto giorni). Non c'è casa che non abbia il proprio contenitore autonomo sul tetto, e non c'è elettore che non sappia che l'acqua dal rubinetto non fa bene al corpo: è buona norma bollirla prima di usarla nei consumi domestici. Potabile? Esagerati.

 

E però nel tempo, grazie agli oculati investimenti pubblici, le novità ci sono state e adesso si vedono: fino a pochi anni fa la clorazione dell'acqua nei serbatoi era somministrata secondo il calcolo che, de visu, decideva u' funtanieru, il fontaniere. Personaggio mitico della città. Portava taniche di cloro, valutava ad occhio la massa d'acqua e miscelava. Se andava bene, ok. Se andava male, e il più delle volte andava male, l'acqua non solo non era potabile ma sinceramente schifosa. Oggi non è più così: tutto in automatico, a norma di legge.

 

La notizia dell'ampliamento della concessione alla Nestlè ha comunque reso frenetica e turbolenta l'attività del sindaco di Santo Stefano Quisquinna, distante quaranta chilometri dal capoluogo, il cui territorio custodisce il tesoro. Proteste, blocchi, interrogazioni parlamentari. Non era in discussione la scelta di affidare alla Nestlè, invece che ad Agrigento, l'acqua che c'è, quanto il timore che la multinazionale con le sue macchine scavi troppo e troppo in profondità e prosciughi presto le vene sorgive. Con un'interrogazione Angelo Lomaglio, deputato di Sinistra democratica, ha appena denunciato al ministro dell'Ambiente che è dimostrata "la pericolosità dei prelevamenti acquiferi perché costituirebbe un'ulteriore diminuzione della riserva, già notevolmente danneggiata, ed arrecherebbe non pochi problemi alla popolazione locale che non sarebbe più in grado di approvvigionarsi e sarebbe costretta ad acquistare l'acqua".

 

Dunque e ricapitolando: ad Agrigento l'acqua non c'è, ma a pochi chilometri di distanza sì. Che l'acqua ci fosse era cosa nota da decenni (la Montedison fece i primi rilevamenti), ma a nessuno è parso opportuno approfondire. Ha approfondito invece, e bene, la Nestlè che infatti ha chiesto lo sfruttamento di questo bene introvabile laggiù. Ha approfondito così bene che i pochi comuni che si dissetano autonomamente nell'area del tesoro, rischieranno di finire anch'essi assetati. Per fortuna soccorre la politica commerciale della multinazionale: nell'isola, a differenza del resto d'Italia, il prezzo sarà calmierato. Solo trentatrè centesimi la bottiglia. Un affare.

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